Mar 2021 | Media News |

Cristina Iacob, Commercial Strategy Director, South Europe di Experian, illustra come una estesa condivisione dei dati possa aiutare ad affrontare le frodi. I vantaggi sono evidenti, anche se restano ostacoli da superare.

Poiché il Covid-19 ha sconvolto la normale attività per le aziende e i dipendenti di tutto il mondo, i cybercriminali hanno visto l’emergenza come un’opportunità per commettere frodi. Molte aziende stanno già adottando misure proattive per mitigare le frodi, tra cui l’uso di analisi mirate e di fonti di dati nuove e sempre più integrate.
La pandemia ha però amplificato le tradizionali limitazioni di budget, talento e reclutamento per le aziende di tutto il mondo, ostacolando gli sforzi di gestione delle frodi in un momento in cui le organizzazioni si trovano sempre più vulnerabili rispetto a truffatori che operano in modi sempre più sofisticati.
Come mostra l’EMEA Fraud Report 2020 condotto da Experian su 150 responsabili della mitigazione delle frodi basati, più della metà (51,2%) ammette di non essere in grado di affrontare i tipi di frode emergenti e circa un terzo (30,3%) si trova alle prese con un volume di frodi che ritiene sia aumentato più velocemente rispetto allo staff a disposizione.
Molti degli ostacoli che affrontano le singole aziende non scompariranno presto, ma unendo le forze e condividendo i dati sulle frodi conosciute con organizzazioni che si trovano in una posizione simile si possono ottenere livelli più approfonditi di informazioni e supporto.

La condivisione dei dati interaziendali viene vista con favore dalle aziende
Una gestione efficace del rischio deriva da sistemi affidabili che promuovono la trasparenza e la consapevolezza. La costruzione di un sistema di condivisione di dati sul rischio di frode interaziendale può rivelarsi un primo passo importante, fornendo al consiglio di amministrazione e al top management informazioni rilevanti il cui valore supera di gran lunga la somma dei dati singoli.
Oggi, pochi leader aziendali mettono in dubbio i vantaggi delle iniziative di condivisione dei dati. Infatti, tra gli intervistati che hanno detto di non essere ancora parte di un’iniziativa di condivisione dei dati, quasi tre quarti (73,2%) sono favorevoli a farne parte e ne riconoscono prontamente i vantaggi.
Per il 7,5% delle aziende che faticano per coprire le minacce attuali di frode con le risorse esistenti, essere in grado di identificare e anticipare i periodi di rischio elevato da un pool di dati amalgamati può essere molto utile. Set di dati più completi e affidabili permettono ai decision maker di pianificare strategie di mitigazione del rischio di frode in modo più efficiente, senza ricorrere a riallocazioni di risorse dettate dall’emergenza che possono avere conseguenze sulla resilienza a lungo termine dell’azienda.
L’analisi condivisa tra una serie di clienti EMEA sulle frodi mostra come i cybercriminali abbiano cercato di sfruttare al massimo la prima ondata della pandemia, ancora governata dal caos e dall’incertezza. Dato che le diverse aree geografiche hanno subito l’impatto del Covid in tempi leggermente diversi, condividere e integrare questi dati interregionali può svelare informazioni utili sui fattori specifici che delineano i trend delle frodi, in modo che le aziende possano prepararsi in anticipo.
Ostacoli regionali da superare
Secondo la ricerca, esiste già un supporto diffuso in gran parte dell’area EMEA. Poco più della metà (50,9%) degli intervistati afferma di essere attualmente a favore della condivisione dei dati sulle frodi tra aziende fidate, in particolare in Norvegia, Spagna e Turchia dove la maggior parte dei decisori sostiene questo tipo di approccio.
Per circa la metà degli intervistati, tuttavia, i regolamenti regionali costituiscono la ragione principale per non entrare a far parte di un consorzio formale. In Danimarca, Germania, Francia e Italia, le barriere legali e normative sono più pronunciate, con circa due terzi (oltre il 60%) dei responsabili aziendali di questi paesi che esprimono preoccupazione per gli schemi di condivisione dei dati.
Con alcune aree in EMEA che ancora presentano lacune significative nella comprensione del rischio di frode, la possibilità di arrivare a una soluzione coerente e condivisa di gestione del rischio dipende chiaramente dal superamento degli ostacoli regionali e normativi.

La condivisione dei dati paga
Nei 20 anni di esperienza di Experian nella gestione dei consorzi antifrode, osserviamo tipicamente un miglioramento del 45% nelle metriche di gestione delle frodi come risultato della partecipazione a un consorzio di dati rispetto allo screening esclusivamente sui dati dell’azienda.
Naturalmente, nessuna singola azienda può comprendere alla perfezione tutti i rischi che la circondano, ma l’impegno a condividere le proprie rilevazioni all’interno di consorzi amplificherà i loro sforzi di gestione, pur mantenendo le efficienze operative. Se alcuni devono prima superare gli ostacoli regionali alla condivisione interaziendale dei dati di prevenzione delle frodi, molti continueranno a raccogliere i benefici di questa condivisione anche quando entreremo nella nuova normalità.